sabato 18 agosto 2012

4 tappa: Tineo - Borres

Sveglia presto, aiutata dalle urla della franco-italiana Carla Fracci che, alle 04.30, all'indirizzo di un altro malcapitato pellegrino che osava fare il proprio zaino, sbraita in inglese approssimativo il sibillino mantra: "before you prepare yourself and after go out GO OUT".
Colazione con tutti gli altri pellegrini al buio e partenza, ripercorriamo il centro della città che ancora dorme e, all'altezza de la fuente de San Juan (che ospita anche una piccola statuina di San Giovanni), risaliamo la collina nel bosco, nel fresco camino de la sierra, fino alla stamberga del famoso signor Pana che ha abbellito l'arredo esterno con cartelli di legno che incitano i pellegrini, e ancora saliamo costeggiando la Sierra de Tineo e il sole sorge.
Il sentiero sale con calma e la vegetazione diventa sempre più di erika, gli alberi fanno spazio al cielo sopra di noi e sbuchiamo su un altura: è l'Alto de Navariejo da cui dovremmo intravedere già le alture de la ruta de Los hospitales che intraprenderemo domani.
Qualche metro di cammino tra i pascoli più avanti, troviamo l'alto de la guardia, da lì inizia la discesa, per un pezzo di di statale, poi giù nel bosco fino al bivio per il monastero di Obona.
Deviamo qualche centinaia di metri, fino a questo complesso monumentale del Seicento, in una radura suggestiva, ma completamente in rovina.
Riprendiamo il bosco e il camino e scendiamo verso piccoli paesini in mezzo a campi di mais fino a Campiello dove facciamo rifornimento di cibo fino a domani.
Il paesaggio ci appare totalmente differente dai primissimi giorni: molto più spoglio e colline cinte da montagne grandi a fare la guardia all'orizzonte.
Proseguiamo sulla statale assolata , sorpassiamo El Fresno e El Espin e le piccole case, ci rinoltriamo nel bosco fino al bivio per l'albergue.
Arriviamo per prime, la pulizia non è sicuro il suo forte, veniamo accolte da un festante sciame di mosche.
A tratti arrivano anche alcuni dei visi conosciuti: il fumatore seriale che scaccia le mosche con una paletta, Carla Fracci che passerà il pomeriggio a fare l'uncinetto, la combriccola di Paci a cui si aggiungono nuovi personaggi e, infine, Russo&Asma.
Il luogo è totalmente deserto, nel primo pomeriggio serpeggia il dubbio di essere anche rimasti senz'acqua, ma
indubbiamente offre la possibilità di silenzio, sonnellino e contemplazioni oltre che la possibilità di ingegnarsi nell'addomesticamento di mosche.

Questa sera la combriccola di Paci ci ha chiesto di partecipare alla loro Messa: è stato un momento di grandissima emozione e di grande serenità: è straordinario come, in certi momenti partecipati, alla fine, si sia certi di parlare un'unica lingua.

Alla fine della celebrazione, Paci è caduto rovinosamente su una vecchia sedia rompendola totalmente.

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