mercoledì 22 agosto 2012

8 tappa: fonsagrada - càdavo

Terzo giorno di nebbia consecutivo.
Al risveglio, la coppia di anziani vicini di camera, scoperti nella serata, olandesi e poco profumati, è già sparita.
Costeggiamo la carrettera inoltrandoci nel bosco che sale.
Il paesaggio è avvolto nella nebbia, anche questa mattina la poca visibilità lascia poco spazio alla visione di pochi metri oltre i nostri passi.
Le salite galiziane, per quanto siano le prime che incontriamo, paiono meno aspre e il fiato fa più fatica a spezzarsi.
Superiamo e veniamo recuperate da una coppia di esagitati che camminano a passo di marcia.
Un'ultima collina e, nella nebbia, ci si fa incontro l'ermita de Montouto, affiancata dalle rovine di un antico hospital: uno dei tanti pellegrini incontrati sulla strada che ogni tanto prova a parlarci in italiano, ci assicura che "è bellissimo". Le rovine sono suggestive, sebbene nella nebbia. Ci accoglie un toro simpatico aldilà di un muricciolo.
Riprendiamo la discesa sassosa, bordata da felci, fino a Paradevella: un piccolo bar, dove molti del solito gruppo, tra cui i tre stoici in maglia verde, fanno colazione.
La strada prosegue verso la montagna: la guida ci consiglia, peró, una deviazione sulla carrettera, 5 km sembrano, così, quasi due passi fino al La Lastra, costeggiando costoni di roccia rossa e pini bassi e riccioluti.
Seduti davanti a un altro bar, ritroviamo la combriccola di Paci (stamattina devono essere partiti all'alba) che ci offre una cucchiaiata di melillo, una sorta di marmellata di prugne molto densa, un fruttino zueg. Segue una lunga dissertazione su come si dica prugna in ambedue le lingue. Scendendo da La Lastra, che conta due case e tre bar e trattorini sul lato della strada puliscono l'erba oltre il guard rail, il camino riprende, sempre tra le felci, strappando in salita, fino a l'alto de fontaneira.
Saliamo e scendiamo uscendo e rientrando dalla boscaglia.
Incontriamo continuamente altri gruppi di pellegrini, facce note, a differenza degli altri giorni, in cui abbiamo percorso, a distanze molto più considerevoli, anche gli incontri sulla strada.
L'alto de craballin è l'ultima delle salite di oggi, il sole finalmente è ricomparso, e il cielo si é fatto celeste e di nuvole sfilacciate.
Arriviamo al campo de la matanza, luogo di una leggendaria battaglia tra Alfonso il casto e i mori, che sotto il sole di mezzogiorno, sembra solo una spianata alla fine di una salita sterrata.
Scendiamo all'albergo di Càdavo.
Al solito, la vista della meta, fa rinascere tutti i dolori alle gambe e ritrovare quei pellegrini che abbiamo imparato a seguire e osservare dall'inizio fino qui.
Ad ogni modo, gli anziani olandesi sono di nuovo nel letto accanto al nostro.
131 km a Santiago.
Prima fila di timbri completata sulla credenziale.

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